cacao a cuore (2006)

for flute, Bb clarinet, tenor sax, tuba, percussions, two accordions, guitar, violins, viola, cello, doublebass

 

 

 

  • danza del cacao
  • i colori della piantagione
  • la raccolta
  • quindici ore dalla solitudine
  • theobroma
  • in nome dell'oro
  • alla corte dei savoia
  • quale maschera
  • maschere alla cioccolata
  • cripple waltz

 

Il cioccolato raccontato attraverso il vissuto di un emigrante, passando dai Maya a Giovanni Antonio Ari, primo cioccolataio torinese patentato con regio decreto nel 1678.

 

Con attore solo, tredici musicisti che suonano dal vivo e sette ballerini, lo spettacolo mette in evidenza l'importanza strategica di Torino e del Piemonte, che nel Settecento determinarono lo sviluppo industriale del cioccolato. Narra una storia di emigrazione, di viaggi, di andate e di ritorni, di sacrifici, di gioia e dolore, ma anche una storia di speranze, di desideri e di fughe di chi subisce il proprio destino e tuttavia non conosce rassegnazione.

 

Al centro c'è la storia, fatta e disfatta, riconsiderata, avvertita attraverso il profilo solitario di un uomo del Sud che s'innamorerà della città del Nord che lo ospita sin da ragazzo. Il luogo di origine lasciato per sempre gli aveva contrassegnato l'infanzia con l'aspettativa sofferente del ritorno del padre emigrante, che tornava nel periodo delle feste di Natale portando nella vecchia valigia la cioccolata preparata da Guglielmo, un cicôlaté torinese diventato suo amico.

Il signor Guglielmo si affezionerà a quel ragazzino a cui insegnerà i segreti del suo mestiere vecchio di circa 400 anni. Gli spiegherà, tra le tante cose, che non è possibile scindere le emozioni, e servendosi delle maschere di cioccolato lo aiuterà a capire, nel tempo, che il riso e il pianto sono intrinseci alla vita e uno non può escludere l'altro. La danza e la musica si libereranno, guizzeranno via, faranno saltare gli abbracci spintonando le maschere di cioccolata l'una contro l'altra.

 

 

Il cacao è il filo conduttore dello spettacolo. Il piacevole gusto di benessere, ben radicato nel nostro immaginario da un consumo prima elitario e poi di massa, contrasta con la disperazione degli operai "affittati" nelle fazende brasiliane, come racconta con efficacia Jorge Amado. Sofferenza e piacere sembra che abbiano da sempre contraddistinto il cacao. La sua scoperta, la sua coltivazione e la trasformazione in cioccolato hanno causato nei secoli gioia e dolore, sangue e lacrime, lusinghe e intrighi, misteri, sopraffazione, schiavismo, ma anche piacere, desiderio, illusione e ricchezza. In una girandola in continuo movimento il protagonista racconta la circolarità degli eventi, la geografia di un mondo in bilico sulle sue contraddizioni, su diversità e opposti. Mondi ricchi, mondi poveri, mondi che hanno messo in ombra con la propria arroganza mondi appartati, discreti, senza ambizioni. La luce elettrica del Nord del mondo è riuscita incredibilmente a oscurare la luce naturale del sole del Sud del mondo. Lo spettacolo consiste nel viaggio tra questi mondi. Amandoli entrambi, il viaggiatore - solo, inevitabilmente, come ogni emigrante - ritorna dopo essere partito, e si sente suo padre, con la stessa valigia piena di cioccolato e lo stesso orgoglio.

 

E' anche lo spettacolo dell'amore, che in un appassionato passo a due rappresenta il tragico rincontro di due innamorati, separati per necessità, costretti ad amarsi e a crescere una famiglia per corrispondenza. Sono felici, ma al tempo stesso diffidenti, arrabbiati, pieni di un desiderio che sa di cioccolato. E' lo spettacolo dell'assenza e della lontananza ... Come il gusto del cioccolato che lui ci portava ogni volta, fondente, al latte, comprato da un artigiano cioccolataio diventato suo amico. Un gusto che arriva e travolge, poi se ne va e già ti manca e ne vorresti ancora, desideroso di risentirlo, di abbracciarlo con il palato, tenendolo stretto dolcemente per trattenerlo, ma lui se ne va, lentamente si scioglie, ti scivola via, lasciandoti la sua inconfondibile soddisfazione: averti per sempre conquistato.

(testo dell'autore)